Champagne Francoise Bedel, Brut, (Vallée de la Marne), s.a. “Entre ciel et terre”, bellissima etichetta, eccola:
Paglierino brillante stupendo, effervescenza fine, numerosa e interminabilmente persistente, un vero cinema di bollicine e catenelle che non ci si stanca di osservare, deborah si è pur incazzata dicendomi: ma guardi me o lo champagne??
Al naso intenso e abbastanza complesso, frutta bianca e gialla appena colta, piccole mele, piccole pere, pesche noci, susina gialla, una banana al giusto grado di maturazione, un accenno di frutta tropicale, piccoli fiorellini bianchi in un prato primaverile d’alta quota,fiori di ciliegio e di mandorlo, note minerali discrete, da notare che il lievito, la crosta di pane, la mollica e il relativo coltello per affettarli sono assenti (e in questo caso è assolutamente positivo), un naso nettamente fine, che si distingue per pulizia, tendente all’eccellenza, elegantissimo seppur relativamente semplice. Ipotizzo molto molto chardonnay e appena appena pinot nero, quindi *quasi* un blanc de blancs.
In bocca c’è il meglio assoluto, per gli amanti delle durezze e degli champagne di gioventù, questo sfiora il capolavoro. Dosaggio appena percettibile ma perfettamente amalgamato, conferisce un abbastanza morbido che insieme alla cremosità dell’effervescenza (più una morbidezza che una durezza in questo caso), rendono questo vino avvolgente; freschezza e sapidità (e che sapidità elegante e fine, è proprio il gessoso, non il marino che più si sente in italia) legano con un gran corpo (si sente il contributo sotto pelle di parti minori di pinot nero o meunieur), ma l’aspetto bello è che nonostante lo spostamento verso le durezze, questo è un vino equilibratissimo, intenso, molto persistente (ancora in bocca anche se l’ho seccato da oltre mezz’ora), tra il giovane e il pronto (ma non attendiamo troppo a consumarlo, non è pensato per lunghi affinamenti), quasi armonico.
Facciamo due conti: buono di base di partenza su tutto, quindi partiamo da 80, do l’eccellenza a tutto il visivo e andiamo a 83, eccellente alla struttura e siamo a 84, eccellente all’equilibrio e siamo a 85, eccellente alla persistenza e quindi do 87, ma potrebbe anche starci 88.
La goduria con salmone (anche affumicato), crostacei (anche elaborati o in griglia), san daniele.
Ora che è finito sono triste, è uno champagne della gioia di vivere, slanciato, inebriante, un vino che ha e da emozioni.
La nota negativa bisogna pur dirla: non ci siamo granché col vecchio ma doveroso rapporto qualità prezzo, ma vabbé questi giorni sono speciali!
Verrà riproposto per i due anni di Gabriele.