Una volta c’era Cuore e c’era la sua rubrica Botteghe Oscure in cui sicuramente il Negrozio, iniziativa estrosa di un commerciante nuorese (o di importazione, non so), sarebbe andato a ben figurare insieme a un altro illustre concittadino, il Pomidoro Quadrato, già protagonista nella suddetta rubrica del giornale satirico.
Per una pura serie di eventualità geo-logistiche siamo finiti a Taurasi e a Montalcino nello stesso giorno, sabato 12 agosto 2006.
Ottima cena, ottimo vino, ottima conversazione. Peccato non poter tirare più tardi.
E finalmente ho osservato uno dei miei supereroi preferiti nel suo habitat naturale.
Sabato, dalle 4 di mattina alle 8 di sera, Milano – Bari in 16 ore, alla strabiliante media di 45 km/h.
Ma se le autostrade le vendiamo agli spagnoli, c’è inclusa anche la siesta?
… quella nella causa di lavoro che avevo in corso da quasi 3 anni.
Grazie a Davide, il mio avvocato, e a tutti quelli che si sono sorbiti il racconto della storia.
Queste cose finiscono che il giudice legge la sentenza e tu devi stare in piedi, zitto e poi esci immediatamente senza commentare nulla nulla. E’ pur sempre in nome del popolo italiano, portiamo rispetto.
Certo che un po’ di rispetto in più lo si potrebbe portare anche alle parti in causa. Che si vinca o che si perda, 3 anni per una sentenza civile, parlando poi di lavoro, sono un’enormità. Nel frattempo uno o si è rifatto mezza vita o è diventato un barbone.
Siccome queste cose si sanno, all’inizio fai la causa per principio. Poi passa il tempo e pensi ai soldi del risarcimento. Poi appaiono così lontani, che non te ne frega più nemmeno di quelli, e pagheresti pur di toglierti l’angoscia dell’ennesimo rinvio. Poi quando vinci ritorni alla questione di principio. Ma non è più quella originale. La questione di principio ora è per una giustizia che faccia onore al suo nome.
Bel post di Stefano Bonilli sul Papero Giallo, del Gambero Rosso blog a riguardo del Parlare di Vino.
E interessanti anche i commenti che si susseguono.
Interessanti perché, diciamolo, la figura del sommelier o più in generale del degustatore di vino (a qualunque chiesa appartenga) è diventata un po’ esoterica e fanfarona, quantomeno nelle sue manifestazioni mediatiche soprattutto quando snocciola i profumi che si riconoscono nel vino.
Chi non ha pensato che uno che ti dice che sente profumi di viola appassita, cuoio, pepe nero e ciliegie sotto spirito, non stia dicendo delle immani e tremende cazzate? Io l’ho pensato a lungo.
Certo, se nessuno ti spiega e ti racconta che cacchio vuol dire, che metodo, che riferimenti, che cultura, che storia c’è dietro, certo che sono immani cazzate. Ma è incapacità di comunicare non ignoranza nel recepire.
E altrettanto certamente, chi ha mai l’occasione o i soldi per bersi un Barolo da almeno 20 euro che ha anche quei profumi lì?
Ora io che non mi trattengo, essendomi già snocciolato due corsi su tre dell’AIS (uno dei diversi metodi possibili), rispondo volentieri a qualunque domanda conscio della mia oggettiva e titubante ignoranza da principiante ma anche della mia soggettiva e entusiastica conoscenza da appassionato.
Visto che è periodo, ho ritrovato questa telecronaca per caso.
Quella volta, furono 21 anni di lunga attesa.
Mi scrivono un messaggio:
dio cane sei il sosia del cantante degli Eye hate God
Allora vado a vedere, ecco, la foto, immagino che sia quello in mezzo visto che i cantanti nelle foto stanno in mezzo ed è l’unico coi capelli lunghi:
Rispondo:
dio cane, l’ho visto ed è veramente brutto come un cane, se permetti io me la cavo meglio
La puttanata del momento, appena ho 5 minuti ovviamente lo faccio anche con le bevande più assurde.
Vogliamo scommettere che è il rivestimento che fa reazione con l’anidride carbonica?
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