I seguenti appunti li ho scritti di mio pugno sul libretto degli espositori dell’umbria, sabato mattina dalle 12.30 in poi, quando ero a Verona al Vinitaly e avevo già visitato tutta la Sardegna e la Campania e l’Umbria. Ovviamente, essendo il mio primo Vinitaly, ero già sbronzo.
Ve li riporto in purezza.
Il Vinitaly è un recinto di ubriachi.
Uno esce dal cesso e dichiara a voce distinta: “Ho riempito una tazza!!”. Un altro sta in fila per il cesso e dice a quelli dall’altra parte di un muro finto: ” Silenzio che stiamo lavorando!”.
Nella piazza tra un padiglione e l’altro, la gente assume traiettorie improbabili e si scontra. La tipa delle pulizie racoglie mozziconi da terra, ma anche una sigaretta aperta alla maniera che serve per farsi una canna. Ma mi chiedo: non basta tutto il vino che c’è qui???
Quando entro a pisciare condivido solidarmente l’espressione “Ho riempito una tazza”. Dalla tazza che ho riempito si solleva non solito odore, ma un fortissimo sentore di tannini. Incredibile.
Poi mi fermo a degustare un Primitivo di Manduria dolce, che ha un 13,5% di svolto e un 17% di potenziale complessivo. Giovane e corredato da una buona acidità me lo propongono sia con un dolcetto alle mandorle, sia con del pecorino stagionato. Abbinamenti interessanti, ma nessuno dei due centra veramente il bersaglio. E’ un vino impertinente, come le donne pugliesi.
Invece mi fregano con una degustazione guidata di vini tedeschi, che all’olfatto sono plausibili, ma poi crollano in bocca
Come le belle auto, il buon vino inizia ad attirare le belle fighe. Insieme a dei signori di mezza età si distinguono ai tavoli di degustazione più prestigiosi delle discrete tipe che hanno la faccia di chi è disinteressato sia al barolo sia al 12 cilindri Ferrari. Noto invece con piacere che tra coloro che sono qui per motivi professionali, le donne abbondano. Seguo per alcuni stand la sommelier di un ristorante. Non è particolarmente bella, ma con la matita tra i capelli ricci e il calice in mano è terribilmente sensuale.
Poi, vado a far visita all’anonimista. Lo trovo quasi per caso, ma è giusto così. Tira fuori un barbaresco imboscato in una bottiglia di acqua panna. Un vino molto elegante, nobile, ottimo. Lo stesso posso dire dell’anonimista, una persona eccellente. Organizzeremo qualcosa, alcuni di voi sono obbligati a esserci ;-).